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"Non è solo questione di dialetti: dietro, dentro al dialetto ci sono dei mondi, delle atmosfere, delle filosofie, delle culture, perfino dei paesaggi e delle meteorologie. Chi ha conosciuto e vissuto da dentro (noi psicoanalisti diciamo: "introiettato") più di un dialetto, più di un paesaggio, più di un mondo, non potrà semplificare del tutto la compresenza di quelle realtà nel proprio panorama interiore, nel proprio senso di sé. Il dialetto polesano, forse ricreato da Cutti in una versione un po' diversa da quella odierna, trova qui una potenza evocativa sorprendente: ci fa assaporare o intuire paesaggi nebbiosi e atmosfere sospese e quasi surreali; la magia di una pianura di cui non si vede la fine e la ricchezza dei campi e del grande fiume lento." (Stefano Bolognini)